Trasformare in giardino il mondo - Manifesto di paesaggio

Trasformare in giardino il mondo. Manifesto di paesaggio

Di Massimo Venturi Feriolo

Trasformare in giardino il mondo è la nostra ambizione, motivata dal suo originario significato semantico di grembo della vita che ci insegna ad agire nel rispetto dei nostri luoghi, del nostro intero pianeta: in definitiva di noi stessi. È un ammonimento rivolto al futuro, ancorato al mito eterno di un elisio possibile dove tornare al dialogo con la terra, gli alberi, le acque, le pietre e gli animali in una visione unitaria, senza fratture, dell’esistenza.

Questo pensiero vuole combattere la povertà del mondo e curare le terre dove abitiamo, difendendole dall’aggressività liberista, per salvare la nostra vita. La metafora del giardino con la sua ampia prospettiva ci indica come operare per migliorare il mondo, per mutare ogni luogo in un paesaggio gradevole, olistico, dove convivere in armonia con tutti gli altri elementi della natura.
Il giardino è il simbolo del buon luogo, della qualità della vita, offuscato dalla moderna contrapposizione fra uomo e natura, da recuperare nella prospettiva di un mondo migliore, accogliente, con la visione olistica della totalità unitaria di uomini, animali, vegetali e minerali,dove agisce l’etica della responsabilità contro il deterioramento del nostro pianeta, unico e irriproducibile; contro il degrado dei nostri luoghi di vita.

Ogni visione del futuro, in particolare ogni progetto di sistemazione cittadina o extraurbana, deve recuperare l’antica idea della Natura, visibile e invisibile, fonte di riverente stupore per il suo aspetto idilliaco foriero di fecondità e fertilità. Ciò significa tener conto dell’essenza dell’uomo come essere naturale non in opposizione alla natura ma in simbiosi. Il giardino torna ad essere il luogo di questa relazione che coinvolge tutti gli esseri e gli elementi della natura, non divisi bensì relazionati tra di loro. Dal suo grembo si sviluppa la figura del paradiso, luogo ameno simbolo di vita e di accoglienza, dove si vive bene secondo le buone regole di comportamento.

Quest’immagine apre una narrazione mitica portatrice di un messaggio rivolto al ritorno alla terra, alla sua cura e conservazione: al rientro nella Natura per una buona vita. Questo è il nostro progetto nel senso intrinseco del termine: desiderio.

Esso apre la nostra filosofia progettuale legata al giardino come antidoto ai veleni del nostro tempo e supportano un’etica per domani, per coltivare un mondo trasformato dove l’uomo è ricongiunto alla Natura, a sua madre.
Un mondo libero dall’ossessione dello sviluppo, che sia sostenibile o no, un cosmo liberato dalla bellezza, esonerato da ogni dogmatica rigidità per essere abitato poeticamente con l’antica azione rispettosa.
Per questo il giardino ci riserva sempre una grande lezione che intendiamo seguire. 

Trasformare in giardino il mondo è la nostra ambizione, motivata dal suo originario significato semantico di grembo della vita che ci insegna ad agire nel rispetto dei nostri luoghi, del nostro intero pianeta: in definitiva di noi stessi. È un ammonimento rivolto al futuro, ancorato al mito eterno di un elisio possibile dove tornare al dialogo con la terra, gli alberi, le acque, le pietre e gli animali in una visione unitaria, senza fratture, dell’esistenza.

Questo pensiero vuole combattere la povertà del mondo e curare le terre dove abitiamo, difendendole dall’aggressività liberista, persalvare la nostra vita. La metafora del giardino con la sua ampia prospettiva ci indica come operare per migliorare il mondo, per mutare ogni luogo in un paesaggio gradevole, olistico, dove conviverein armonia con tutti gli altri elementi della natura.
Il giardino è il simbolo del buon luogo, della qualità della vita, offuscato dalla moderna contrapposizione fra uomo e natura, da recuperare nella prospettiva di un mondo migliore, accogliente, con la visione olistica della totalità unitaria di uomini, animali, vegetali e minerali,dove agisce l’etica della responsabilità contro il deterioramento del nostro pianeta, unico e irriproducibile; contro il degrado dei nostri luoghi di vita.

Ogni visione del futuro, in particolare ogni progetto di sistemazione cittadina o extraurbana,deve recuperare l’antica idea della Natura, visibile e invisibile, fonte di riverente stupore per il suoaspetto idilliaco foriero di fecondità e fertilità. Ciò significa tener conto dell’essenza dell’uomocome essere naturale non in opposizione alla natura ma in simbiosi. Il giardino torna ad essere illuogo di questa relazione che coinvolge tutti gli esseri e gli elementi della natura, non divisi bensìrelazionati tra di loro. Dal suo grembo si sviluppa la figura del paradiso, luogo ameno simbolo divita e di accoglienza, dove si vive bene secondo lebuone regole di comportamento.

Quest’immagine apre una narrazione mitica portatrice di un messaggio rivolto al ritorno alla terra, alla sua cura e conservazione: al rientro nella Natura per una buona vita. Questo è il nostro progettonel senso intrinseco del termine: desiderio.
Esso apre la nostra filosofia progettuale legata al giardino come antidoto ai veleni del nostro tempo e supportano un’etica per domani, per coltivare un mondo trasformato dove l’uomo è ricongiunto alla Natura, a sua madre.
Un mondo libero dall’ossessione dello sviluppo, che sia sostenibile o no, un cosmo liberato dalla bellezza, esoneratoda ogni dogmatica rigidità per essere abitato poeticamente con l’antica azione rispettosa.
Per questo il giardino ci riserva sempre una grande lezione che intendiamo seguire.

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